Saturday, September 22, 2007

Seul a Paris


Seul a Paris
Inserito originariamente da Dodo Veneziano

The Landwalker two


The Landwalker two
Inserito originariamente da Dodo Veneziano

Friday, September 21, 2007

To the beginning it was the end


To the beginning it was the end
Inserito originariamente da Dodo Veneziano

Tuesday, March 13, 2007

Deep In The Skin


Deep In The Skin, originally uploaded by Dodo Veneziano.

Ogni giorno, ogni anno, ogni passo , ogni sguardo, ogni desiderio ho espresso con cadenza loop-martellante, come se cercassi sotto la pelle dei miei ricordi, qualcosa che magari uscì dal mio secchiello molte lune prima che potessi autonomamente deambulare ai bordi del mio mare.

Ed ogni volta, incontro segni differenti, e mi domando sempre se il mio peso abbia già calpestato quel lembo di tempo.

Monday, March 12, 2007

Le Voyage La nuit


Le Voyage La nuit, originally uploaded by Dodo Veneziano.

Il viaggio scivolò via ed io non mi accorsi di nulla vivevo il movimento lungo i binari come l'attimo esatto nel quale mi trovavo, solo tempo dopo mi sarei accorto che avevo lasciato con quel viaggio un pezzo di me stesso.
mi guardai intorno e non riconobbi nulla.

Ombre e trascorsi sul selciato

Non ebbi parole per raccontar me stesso che scivolavo lungo il calpestio repentino della notte in musica.

Sunday, March 11, 2007

Il Tempo Muore


Il Tempo Muore, originally uploaded by Dodo Veneziano.

Il Luogo e Ognidove la mente decida di codificare un luogo, l'animo lo traspone allo sguardo della gente in modo del tutto soggettivo.

Inland Desire


Inland Desire, originally uploaded by Dodo Veneziano.

Ebbe inizio il tempo della transumanza oleosa, e sul cammino ci si presentò il viandare degli arbusti autunnali, si spostava con geometrica patologia, lungo il costone della valle tuonante del belice.

Thursday, November 17, 2005

Mon Jetteur


Una nebia grigia sale dai miei polmoni stanchi,
il mio sguardo immateriale scivola lungo la notte greve
Trascorro lento dentro i riflessi alcolici
tra le torri lucide dei guardiani del silenzio
avvolto dai brividi, chino, senza pupille in volto,
stringo il mio triste tesoro.
Un magma gelido poggiato sul mio petto, piuma di gabbiano.

Les Jetteurs Antonio & Giuseppe


Le jetteur
Ritmo basso, basso ritmo marino del mattino, dab ma solo sul finire del mattino.

Ancora un'altra testa; un profumo di niente, una giornata di pretese senza passi, senza mattino, il giorno più lunedì di tutti.
E ancora un’altra testa.
e' difficile fare in modo di fare a modo, ma non ci si può chiedere il nome di tutte le mattine, soprattutto quando certi visi sono solo un’espressione di onde corte, colte solo in orecchie a maniche di camicia e brache da bambino; le vecchie onde corte raggiungibili solo se di colore rosa.
Oggi il rosa e' solo e lo si può affrontare con le mani, che a muoverle, ci si ricorda di possederle.
Affrontare il mattino, giunto ormai ai ferri corti cogli occhi.
Affrontare le mani di chi le ha dimenticate in tasca.
Affrontare le ultime mani senza speranza, corpi morti del cammino.
Infatti ecco delle mani invidiose dei piedi; possiedono nocche asciugate del vento e insidie che non arrivano più gialle o nere, né da giù né da su.
Comandano le onde, sempre più corte, come pecore ammucchiate lanose a far da padrone al pastore che oggi, almeno lui, non si e' svegliato.
Ora mi chiedo il colore, mi rispondo solerte, ma posti di blocco di gerani e piante grasse spaventano e mendico mi dimentico.
Ma mi barluma in mente.
Non ci si ricorda mai dei camminatori, delle strade che percorrono, delle soste che fanno, delle persone che superano o in cui inciampano, delle ciglia che sbattono e di quanti occhi consumano; di quanto vento respirano e vibrazioni ascoltano.
Ci si ricorda delle strade più disperate di ieri, degli ami all’orizzonte, solamente.
Così mi vengono gli occhi rossi dalla vergogna per averti guardato ancora mendico di te.
Non più lacrime e terra su cui indugiare; solo trecce da sciogliere e lenzuola e mare da indossare.

Oggi, sii fantastica, le dissi.
Oggi si fantastica, mi dissi.

Art.1
Non si deve abbandonare mai il proprio incarico.
Art.2
E’ vietato scambiare con finalita' lucrative il proprio incarico.
Si Produce, Si Consuma, Ci Si Scambia carte indigene di allucinazioni collettive.
Stanchi.
Caricho, trascino la disistima del rifiuto, inerte fiuto odori ormai uguali.
Continuamente.
La solita testa, Il solito corpo, Solo da sempre.
Ma chi ha questo sempre?
Saliva asciutta come colla, stride tra letti cancellati a mano; trasudando si subisce il peso della propria carne irriciclabile. Che' a gettare tra i fuochi le colpe, non placa il continuo orgasmo dell’orrore.
Quindici, sedici, diciotto passi indietro; poi cinque giù in fondo, scavare con unghia le rocce oscure del vulcano.
Sfinito, oso riposi tra fragili crepe in algide disdette.
Chi e' senza peccato, deglutisca la propria pietra.
Chi rimpiange quel sole dorato, abbandoni anche la luna.
Meglio ottenebrarsi da sogni fatti a occhi ora pieno di neri, rigettando boli svuotandosi dentro accumulando cicatrici intestinali da catalogare con metodi antichi.
Va tutto dentro il sacco; e pesa e pesa quel sacco, di peso immane di stelle spente.
Accetto una donna eccetto le regole, poi mischio il tuo pianto con dosi del suo sangue.
Dissenso e vendetta traspirano in gocce d’unto e d’onta.

Ora vengo gettato come porta sfortuna, messo fermo e ritenuto solo nostalgia.
E non più un’altra testa.

Le Jetteur e' tra di noi


Articolo 1
» Non si deve abbandonare mai il proprio incarico.

Articolo 2
» vietato scambiare il proprio incarico con finalita' lucrative.

Articolo 3
» bene Produrre, consumare, scambiare carte indigene di allucinazioni collettive.
Carichi, trascinare l'etica del rifiuto.
Continuamente.